La moda nel cinema. Protagonista di una mostra a Roma, presso Palazzo della Civiltà Italiana è la Maison Fendi nel suo rapporto con la settima arte. L’appuntamento si svolge fino al 25 marzo 2018.
Fendi apre a Palazzo della Civiltà Italiana, nell’headquarter della maison all’Eur, (fino al 25 marzo 2018) la Festa del Cinema di Roma con una mostra, Fendi Studios, che racconta in chiave contemporanea la lunga storia che lega la maison romana al cinema. Si tratta di una storia importante anche perché, meglio di ogni altra, riesce a spiegare la vera natura della moda romana, le sue caratteristiche creative che non rientrano in schemi predefiniti di produzioni standardizzate perché frutto del lavoro preponderante di artigiani e artisti. Impossibile inserire la moda romana in un’unica definizione, alta moda o prét à porter, si parla di creazioni suggerite dalla convivenza fra moda e cinema che inizia già alla fine degli anni 30 quando apre Cinecittà. In quel momento iniziano a lavorare le sartorie che fanno sia i costumi di scena che gli abiti per le attrici, si genera un contesto che sopravvive nel dopoguerra, quando, alla fine degli anni ‘40, arrivano a Roma personaggi come le sorelle Fontana o le sorelle Allegri di Annamode. In quel periodo Fendi è già internazionale e si prepara ad essere l’interlocutore di un cinema raffinato e colto, come oggi lo è per l’arte, a realizzare quei capolavori capaci di tradurre le visioni di registi come Luchino Visconti, Federico Fellini, Mauro Bolognini fino ai contemporanei Sofia Coppola e Wes Anderson.
LE PAROLE DI SILVIA VENTURINI FENDI
Un percorso parallelo fra moda e costume; le due arti si nutrono a vicenda e portano il lavoro della maison che ha da sempre incarnato quel modello, oggi osannato, di altissimo artigianato, in una posizione internazionale. I meravigliosi laboratori di pellicceria della maison sono studi dove Piero Tosi, Gabriella Pescucci o Milena Canonero possono materializzare le loro idee come in uno studio d’artista, dove la creatività conta su esecuzioni perfette, su una capacità di inventare ogni abito, come fosse un costume di un personaggio: tutto questo è alla base dello story-telling che identifica il lusso contemporaneo. Così ne parla Silvia Venturini Fendi: “Il cinema è sempre stato importante nella nostra famiglia e nella nostra azienda. La Maison ha un rapporto molto stretto con Cinecittà. Le sorelle Fendi, protagoniste della scena creativa e artistica romana, hanno collaborato a progetti che oggi possono essere considerati rivoluzionari. Per costumisti del calibro di Piero Tosi e Milena Canonero, hanno creato pellicce e abiti per produzioni cinematografiche indimenticabili.
CINEMA E ARTE
“Abbiamo lavorato con i più importanti registi del passato e del presente, da Luchino Visconti a Wes Anderson, da Martin Scorsese a Giuseppe Tornatore, e siamo intenzionati a continuare. La mostra rappresenta un omaggio particolarmente innovativo a un rapporto basato sull’affinità e alimentato dal desiderio di sperimentare, raccontare storie e trasformare i sogni in realtà”, conclude. Questa ricerca di una visione nuova della storia è la chiave della mostra nella quale, grazie ad una serie di scene allestite come set, il visitatore diventa protagonista di un percorso interattivo: insieme alle produzioni iconiche della maison, lo accoglie una esperienza digitale unica. Un concetto espositivo fortemente comunicativo, nel quale i selfie dei visitatori diventano l’ultima regia fatta dal pubblico stesso che può usare le pellicce di Gwyneth Paltrow dei Tenenbaum, di Tilda Swinton di Grand Budapest Hotel, di Madonna in Evita e molte altre come sfondo reale dell’immaginario. Il percorso culmina in una vera sala cinematografica dove, in concomitanza con la mostra, saranno proiettati i film più significativi della storia di Fendi nel cinema. L’evento porta anche l’attenzione su quanto abbia da dire Roma in un momento di reinvenzione del sistema moda, un patrimonio che pochi luoghi possiedono e che deve essere messo a vantaggio del futuro della moda stessa.