Ruby Barber apre il suo laboratorio. La passione per il famoso racconto per bambini The Secret Garden dello scrittore Frances Hodgson Burnett, ha spinto la flower designer Ruby Barber – australiana d’origine e berlinese d’adozione – ad aprire uno studio nella capitale tedesca.
Il laboratorio, che prende il nome dall’eroina del romanzo – Mary Lennox – è una piattaforma di sperimentazione con cui Barber intende trasformare in realtà la sua versione del giardino segreto. Ossia “un luogo non curato e selvaggio, dove sentirsi ispirati e ringiovaniti dalla bellezza della natura”, come lo descrive la designer.
Pur trovandosi in balia dell’industria olandese dei fiori – che regola l’intero mercato floreale europeo – Barber abbraccia il movimento Slow Grow della sua nativa Australia. Una tendenza ormai globale che incoraggia la valorizzazione di piante e fiori di provenienza locale, dando rilievo ai piccoli canali di distribuzione.
“È molto importante rimanere in contatto con le stagioni della propria regione. Siamo sempre alla ricerca di fiori unici e fogliame di carattere con cui arricchire i nostri progetti”, spiega la designer. Che però ammette che “esplorare il maggior numero possibile di nuovi ambienti, dai paesaggi circostanti a quelli stranieri”, rimane un aspetto importante del suo lavoro.
Dal fieno alle foglie di palma, fino alle clematidi, le installazioni dello studio creano un continuo gioco tra l’inaspettato e il banale. Quest’anno, ad esempio, la loro attenzione si è portata su un ingrediente molto umile, l’erba. “Ce ne siamo completamente innamorati!”, dice Barber, con entusiasmo. Tanto che lo scorso settembre il laboratorio è stato riempito completamente di moltissime varietà di questa pianta. Essiccate e conservate con cura, sono state usate nei progetti floreali dell’autunno e dell’inverno.
Sviluppare un linguaggio grafico moderno non implica solo la ricerca dei fiori più preziosi e originali. Ma soprattutto la capacità di creare combinazioni sorprendenti di elementi naturali e artificiali. Un tale approccio consente allo studio di “reimmaginare il ruolo delle piante e dei fiori nel design”, sottolinea Barber. “Il loro linguaggio visivo è talmente forte e positivo, che è interessante esplorare come usarlo con altri elementi.”
E la ricerca di complementarietà tra piante e oggetti si sviluppa anche attraverso la collaborazione con altri creativi, come stilisti, ceramisti, fotografi, designer e chef. “Per noi è molto importante lavorare con persone con percorsi e discipline diversi. Ci permette di ampliare i nostri orizzonti e continuare a perfezionare il nostro approccio. Il dialogo con gli altri è ciò che m’ispira continuamente”, confessa la designer.