Wurf IV è la quarta installazione del duo danese-tedesco delle artiste Anna Borgman e Candy Lenk che ha per protagonista l’enigmatico sasso
Ricordate il termosifone gigante costruito all’interno di una chiesa di Berlino senza il tetto? L’installazione si chiamava Radiator, e la firmava la coppia visionaria formata dal duo danese-tedesco di Anna Borgman e Candy Lenk. Oggi le artiste stupiscono con un nuovo progetto sensazionale e straniante: Wurf IV, un enorme macigno largo ben 2.5 metri e sospeso a un’altezza di 25 contro la facciata di un alto edificio a più piani, nel complesso residenziale di Berlin – Marzhan. Immortalata nell’istante prima di un catastrofico impatto, l’opera ci costringe a contemplare, col naso all’insù e il fiato sospeso, la sensazione di disastro inevitabile che monta dentro di noi. Là dove, come spiegano le artiste, “il dolore è già percettibile”.
“La pietra è ambigua per la sua forma e origine, colpisce la casa, l’abitazione che conosciamo bene come il nostro corpo”. Un attacco al nostro sentimento di integrità da parte di una forza selvaggia fermata nella sua veloce corsa. L’intenzione è quella di ritrarre l’attimo prima della “peripeteia”, quel momento drammaturgico in cui nella tragedia greca tutto cambiava all’improvviso, spesso in peggio. D’altra parte, anche la parola “catastrofe” deriva dal mondo della tragedia ateniese, di cui rappresentava l’ultimo atto.
Quanto al titolo, perché Wurf IV? Perché questo di Borgman e Lenk è il quarto di una serie di massi scagliati contro la nostra quotidianità apollinea, geometrica, confortevole.