Dal 18 ottobre 2017 fino al 14 gennaio 2018 a St. Petersburg in Florida la mostra Dalí & Schiaparelli fa il punto sulla collaborazione con Salvador Dalì, il surrealista per eccellenza che, forse più di altri, ha collaborato con la creatrice di moda disegnando tessuti, abiti, accessori.
Nel panorama della moda del Novecento, Elsa Schiaparelli è una grande incognita caratterizzata da un metodo di lavoro a contatto con la comunità artistica del suo periodo che era inusuale all’epoca ma è ancora del tutto impraticabile oggi. Nel 2003 la mostra Shocking! The Art and Fashion of Elsa Schiaparelli al Philadelphia Museum of Art (il museo che possiede la più grande collezione di archivio dei suoi abiti) ha sollevato il velo sulla sua espressione di moda che, più che una citazione o un omaggio dell’arte del suo periodo, è stata una collaborazione a pieno titolo con gli artisti del Surrealismo che negli stessi anni erano i protagonisti della scena, soprattutto a Parigi. Dal 18 ottobre 2017 fino al 14 gennaio 2018 a St. Petersburg in Florida la mostra Dalí & Schiaparelli fa il punto sulla collaborazione con Salvador Dalì, il surrealista per eccellenza che, forse più di altri, ha collaborato con la creatrice di moda disegnando tessuti, abiti, accessori.
A lui, in particolar modo, si deve il disegno dell’aragosta che si può trovare sia su un abito da sera sia come manico di una vorsa. Sempre a Dalì si deve l’abito con i cassetti, che riprende la scultura Venere con i cassetti del 1936 (allusione ai “cassetti” della personalità di cui parlava Freud trasferita sulla Venere di Milo custodita al Louvre e presa dall’artista come ideale di bellezza). Sempre a Dalì si deve il famoso cappello con la scarpa mentre a Giacometti la Schiaparelli commissionò la gabbia di ingresso della sua boutique di place Vendôme e a Leanor Fini la famosa bottiglia sagomata a forma di busto femminile del profumo Shocking, come Meret Oppenheim è l’autrice del bracciale in metallo ricoperto di pelliccia, Jean Cocteau è l’autore del disegno sulla giacca del tailleur Tête de femme.
La mostra del museo Dalì di St. Petersbourg, organizzata in collaborazione con la Maison Schiaparelli e prestiti del museo di Philadelphia, analizza tutto il rapporto tra il pittore e le creatrice di moda, inserendo anche lavori interpretati da Bertrand Guyon, attuale direttore creativo del marchio, oggi di proprietà del gruppo di Diego Della Valle.
Elsa Schiaparelli, nata a Roma il 10 settembre 1890 in una famiglia di intellettuali piemontesi, tra cui lo zio Giovanni Virginio Schiaparelli, astronomo studioso di Marte, dopo varie vicissitudini e un matrimonio a Londra che finisce con un divorzio a New York, arriva a Parigi nel 1922 dove è ospite, con la figlia Gogo (che sarà la madre dell’attrice Marisa Berenson) di Gaby Picabia, la moglie del pittore dadaista Francis. Da qui inizia la sua storia tutt’altro che usuale: il contatto con l’ambiente artistico e l’amicizia con gli intellettuali che la porterà ad aprire la propria Maison nel 1934 e a essere la creatrice di moda più in vista del periodo tra le due guerre, generando l’invidia anche di Coco Chanel che non pronunciava mai il suo nome e la chiamava «l’italienne». Fino alla chiusura, nel 1954, dell’atelier che ha visto tante invenzioni che molti vogliono far culminare in una particolare tonalità di rosa che da allora si chiama “rosa shocking”.