Il design entra in ufficio con la nuova sedia prodotta da Vitra, che mixa la bellezza degli anni ’60 con l’ergonomia contemporanea.
Dopo centinaia di prototipi, infiniti controlli di qualità e tenuta, 4 anni di studio e lavoro, finalmente è pronta la nuova Pacific Chair disegnata da Edward Barber e Jay Osgerby per Vitra. Per la coppia di designer inglesi, che negli anni ha disegnato una vasta gamma di prodotti per le più grandi aziende internazionali – sedie, tavoli, divani, lampade e perfino la torcia olimpica delle Olimpiadi del 2012 – questo nuovo progetto è stato una grande sfida. Perché per la prima volta hanno disegnato una sedia da ufficio che, contrariamente a quanto si possa immaginare, è la tipologia di seduta più complessa in assoluto da progettare e realizzare. Deve infatti essere ergonomica, favorendo l’assunzione di una postura corretta della colonna vertebrale, delle gambe e delle braccia. Inoltre lo schienale deve seguire la linea a S della colonna, e il sedile si deve adattare alla forma del corpo. Il tutto favorendo il sostegno lombare di chi la usa, con la possibilità di regolare l’altezza e l’inclinazione dello schienale. Per rendere il tutto ancora più complicato, ci sono norme molto rigide e precise su come deve essere una sedia da ufficio, che cambiano a seconda che si tratti di paesi in Europa, Stati Uniti, Australia.
Amiamo le sfide”, racconta Edward Barber che abbiamo incontrato insieme a Jay Osgerby alla Fondazione Feltrinelli di Milano, “e l’idea di lavorare a un nuovo prodotto così complicato non poteva che trovarci entusiasti. Abbiamo cominciato il lavoro studiando tutte le sedie da ufficio che erano state realizzate fino a oggi. Quelle degli anni ’60 e ’70 erano molto eleganti nelle forme, ma poco pratiche per le esigenze di oggi. Quelle invece usate ora sono ergonomiche e più strutturate, ma sembrano tutte uguali, banali nei colori e ripetitive nelle forme. Partendo quindi da queste considerazioni abbiamo voluto creare un nuovo prodotto che riuscisse a essere bello come quelle del passato, e insieme pratico ed ergonomico come quelle di oggi“. Risultato: la nuova Pacific Chair di Edward Barber e Jay Osgerby ha uno schienale molto esteso verso il basso, così da nascondere alla vista i componenti meccanici che consentono tutte quelle sofisticate funzioni necessarie per una seduta da ufficio ergonomica. Lo schienale e i braccioli regolabili in altezza sono parte integrante dello stesso profilo allineato verticalmente. E un meccanismo sincronizzato risponde automaticamente al peso dell’utilizzatore, offrendo un’immediata sensazione di comfort personalizzato. Ridotto al minimo l’impatto visivo di tali elementi, i designer hanno così potuto poi focalizzarsi sull’estetica del prodotto, scegliendo colori e materiali che lo rendono un nuovo complemento da ufficio, comodo da usare ma finalmente anche bello da vedere.
architettura
Benzene, xilene, ammoniaca: la possibilità che questi ed altri agenti chimici dannosi per la salute dell’uomo siano nell’aria di uffici, case e appartamenti esiste ed è legata al proliferare di vernici, plastiche, solventi, colle, detergenti e -ahinoi- ai troppi tubi di scappamento delle auto in giro per le nostre città.Per questo forse già alla fine degli anni ’80, quando l’utilizzo di chimica e trasporto privato ha raggiunto livelli importanti, addirittura la NASA si è scomodata in un campo piuttosto insolito per un’agenzia spaziale… il giardinaggio!
La NASA alla fine non ha avuto dubbi nel consigliare a tutti di tenere in casa o in ufficio almeno una pianta ogni 30 metri quadri circa (il che offre un ottima scusa per riempire le case di verde!), scegliendo tra gli esemplari dell’elenco. Da notare, per chi ha in casa cani o gatti, che alcune delle piante indicate sono tossiche per gli animali domestici… quindi è bene informarsi a dovere prima di metterle in casa!
Eccone alcune piante “salva aria” che abbiamo selezionato dall’elenco:
FELCE DI BOSTON
Diversi studi indicano questa pianta come “campionessa” nell’assorbire l’inquinamento. Tra loro, quello della NASA indica come la Felce di Boston possa catturare molecole di formaldeide e di xylene libere nell’aria.
DERA
L’Hedera helix, ovvero la comune Edera che adorna pareti e balconi in città e campagna, è uno dei campioni della lista della NASA. Tra gli agenti che sa “catturare”, formaldeide, tricloroetilene, xylene e benzene.
FICO BENIAMINO
L’“impiegato di prima” di Fantozzi sarà felice di sapere che le “quattro piante di ficus” che gli spettano in ufficio possono avere effetti positivi, secondo la NASA, nella pulizia dell’aria da formaldeide e xylene.
GERBERA
Oltre ad essere bella e colorata, la gerbera figura nel vademecum NASA come capace di trattenere molecole di fomaldeide, xylene, tricloroetilene.
CRISANTEMO
Il crisantemo morifolium è infine il vero campione della lista dell’agenzia americana, unica pianta insieme allo “Spatifillo” ad essere in grado di catturare tutti e cinque gli agenti chimici presi in considerazione.
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