- Bisogna cambiare l’approccio al lavoro
- Il lavoro agile
- Il lavoro remoto
- L’importanza della coordinazione
Bisogna cambiare approccio al lavoro
Come indichiamo nel titolo del paragrafo, ormai il vecchio modo di approcciarsi al lavoro (meccanico, singolare, gerarchico) è superato. Bisogna capire quindi qual è l’approccio più giusto al flusso lavorativo. Innanzitutto parliamo dell’organizzazione di un’azienda. L’organizzazione di un’azienda può essere verticale o orizzontale. Un’organizzazione verticale ha gerarchie nette, con compiti specifici attribuiti ai diversi settori dell’azienda; un’organizzazione orizzontale, invece ha una maggiore interazione tra i settori, è più flessibile e valorizza i dipendenti.
Sebbene l’organizzazione orizzontale sia ottimale, non è per tutti. Per questo creare un’ambiente di lavoro dinamico aiuta a decidere qual è il corso d’azione migliore per un flusso di lavoro efficiente, cercando di coordinare il lavoro d’ufficio (trasformandolo in agile) e il lavoro remoto, da casa. Ma spieghiamo, prima, la differenza tra i due.
Il lavoro agile
Il lavoro agile nasce nel 2001 dal libro “Manifest for agile software development”, che detta le linee guida per la progettazione di spazi che sappiano rispondere con prontezza alle esigenze degli utenti, siano essi concentrati in un unico luogo (Quartier generale) o separati (lavoro distribuito). Le aziende agili vogliono essere adattabili e inclusive, per questo hanno bisogno di subire una transizione culturale e organizzativa che dovrebbe riflettersi nella flessibilità di uffici e arredi. Uno spazio di lavoro, seguendo questa logica, dovrebbe essere sempre un work-in-progress, evolvendosi nel tempo e crescendo in base alle esigenze dell’azienda e dei dipendenti. Grazie all’idea di agility, anche il focus del design d’arredo si è spostato. Non piace più il “bello”, ma il “pratico”. Ad oggi gli arredi per uffici non devono solo essere esteticamente piacevoli, ma anche multifunzionali e dinamici. impresa che sceglie di lavorare in modo diverso e sinergico. “L’idea è quella di uno spazio vuoto -uno spazio super-flessibile- che in qualsiasi momento potrebbe essere configurato per nuovi scopi o tornare alla sua posizione predefinita”, afferma Konstantin Grcic in un’intervista per Vitra. Ed è quello il punto dell’agilità, rendere uno spazio fluido e adattabile alle esigenze degli utenti finali.
Il lavoro remoto
Lo smart working è stato fondato da Erik Veldhoen negli anni ’90. È una metodologia che consente ai dipendenti di essere sempre connessi con le persone con cui si collabora, basata sulla filosofia manageriale della restituzione alle persone di flessibilità e autonomia. Presuppone un ripensamento delle modalità con cui si svolgono le attività lavorative, attraverso un percorso di evoluzione dei modelli organizzativi aziendali e un cambiamento radicale del coordinamento tra management e collaboratori. Per avere un flusso di lavoro efficiente, però, bisogna impostare lo spazio di lavoro nella casa. Questo implica allestire un’area di lavoro specifica, che aiuta a concentrarsi, a creare una separazione tra vita casalinga e lavorativa. Può essere agevolata dalla riconfigurazione di uno spazio per dedicarlo al lavoro, in modo da creare una distinzione più netta e immediata.
Lo smart working quindi, permette di aumentare la produttività individuale e una grande flessibilità rispetto al posto di lavoro. Ma i benefici non sono solo per le persone: per i lavoratori, anche una sola giornata a settimana di remote working può far risparmiare in media 40 ore all’anno di spostamenti e per l’ambiente, invece, determina una riduzione di emissioni pari a 135 kg di CO2 all’anno.
L’importanza della coordinazione
Bisogna quindi creare degli spazi adeguati a queste nuove tipologie di ufficio smart, ponendo l’accento su aspetti come l’abbattimento di barriere fisiche e la conseguente apertura totale dello spazio, che agevolano lo scambio di informazioni, la riconfigurabilità sia degli spazi che delle postazioni di lavoro. Perché ciò accada, si devono mettere a disposizione dei lavoratori spazi funzionali nei quali avere la stessa produttività dell’ufficio standard, ma in un luogo diverso da esso o anche a casa. Infine, riorganizzare il modo di comunicare all’interno di questi spazi in permette di ottenere un flusso di lavoro stabile e ottimale sia per i lavoratori in sede che per gli smart workers.
Scritto da Ilaria Mancini